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Parlano di noi…

Archivio autonomia scrive :”Grazie alla collaborazione con il sito Archives autonomies e con Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe abbiamo pubblicato la serie completa di “Collegamenti Wobbly” e “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” (ci siamo fermati alla metà degli anni Ottanta, la rivista esce ancora) completi di supplementi e di altre riviste che fanno riferimento all’area.
Collegamenti nasce come bollettino ciclostilato del milanese Centro Comunista ricerche sulla autonomia proletaria (CCRAP) nel 1974. Il bollettino vuole dare voce alla componente consiliare-libertaria del movimento milanese, minoritaria rispetto alle componenti leniniste e neoleniniste ma presente nelle lotte più importanti del periodo.
Nel 1976 l’area si rafforza a livello nazionale e il bollettino si trasforma nella rivista “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe”. Ne escono 8 numeri tra il 1977 e il 1980 che riprendono il lavoro precedente, facendosi carico di una battaglia politica contro l’evoluzione insurrezionalista e/o marginalista di ampi settori del movimento, difendendo la centralità delle lotte operaie di base.
Buona lettura !

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Pietro Ferrero: un breve profilo biografico

Riportiamo, dal n. 6/2024 di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” un breve profilo biografico dell’anarchico Pietro Ferrero, trucidato a Torino dalle squadracce fasciste.

Nello stesso numero una articolata ricostruzione dell’assassinio scritta da Tobia Imperato e un inquadramento storico e bibliografico scritto da Franco Schirone.

Pietro Ferrero, busto alla Camera del lavoro di Torino

Pietro Ferrero (Grugliasco, 12 maggio 1892 – Torino, 18 dicembre 1922) aderisce giovanissimo al movimento anarchico, partecipa all’agitazione contro la condanna a morte del pedagogista libertario Francisco Ferrer a agli inizi del 1910 è, insieme a Maurizio Garino, tra i fondatori della “Scuola moderna”, un circolo culturale che promuove lezioni conferenze e dibattiti.
Nel gennaio 1912 FIOM e Consorzio automobilistico torinese sottoscrivono un accordo, duramente contestato dai non iscritti al sindacato, perché, in cambio del “sabato inglese” (sabato pomeriggio libero) introduce la trattenuta sindacale obbligatoria e altre norme peggiorative. Ferrero aderisce al Sindacato Unico Metallurgico, creato dai sindacalisti rivoluzionari, e partecipa allo sciopero durato oltre due mesi. L’agitazione però si conclude con una grave sconfitta e l’esperienza negativa convince Ferrero della necessità di adottare la linea dell’unità sindacale all’interno della FIOM, linea che, insieme a Garino, manterrà sempre ferma anche dopo la costituzione dell’Unione Sindacale Italiana nel novembre 1912. Continued…

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RICORDANDO PIETRO FERRERO Anarchico e sindacalista

Questo ampio articolo di Franco Schirone, pubblicato sul n. 6 di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” ricostruisce i tratti fondamentali della biografia di Pietro Ferrero, fornisce utili indicazioni bibliografiche e costituisce una utile introduzione allo scritto di Tobia Imperato (uscito sullo stesso numero) in cui vengono forniti nuovi elementi sull’assassinio del sindacalista anarchico.

Il 12 ottobre del 1909 viene fucilato a Barcellona il pedagogista anarchico Francisco Ferrer, fondatore di una Scuola Moderna, progetto che comprende l’insegnamento dei valori sociali razionalisti in una società, com’è quella spagnola, fortemente permeata da una asfissiante cultura cattolica, ben stretta nelle maglie della chiesa e di un governo totalmente succube ad essa. L’opera del pedagogista non passa inosservata, potere e religione fanno il possibile non solo per ostacolare l’espansione che sta ottenendo la Scuola Moderna (con sedi a Barcellona e circondario) ma vanno ben oltre: Francisco Ferrer è arrestato, un processo farsa lo condanna alla fucilazione con la falsa accusa di essere stato fautore di una rivolta popolare contro il militarismo che costringe i giovani (quasi tutti provenienti da classi povere) a imbarcarsi ed andare a combattere nei territori coloniali posseduti in Africa dalla Spagna.
La condanna a morte di F. Ferrer provoca grande impressione e sdegno in tutta Europa, le proteste si accendono ovunque; in Europa e in America sono fondate Scuole Moderne sull’esempio di quella barcellonese. Anche in Italia le proteste si moltiplicano in ogni regione. Torino diventa un punto di riferimento, qui i lavoratori spingono per uno sciopero generale, tumulti si accendono nei quartieri operai dove più alta è la concentrazione della componente libertaria, qui (Barriera di Milano) viene fondato da Maurizio Garino e Pietro Ferrero (all’epoca diciottenni) il Gruppo Libertario “Francisco Ferrer” e un Circolo di Studi Sociali, che successivamente prenderà il nome di Scuola Moderna: Pietro Ferrero ne sarà subito segretario attivo e diligente. Il nostro movimento lo ebbe da allora sempre attivissimo: dalla protesta per l’assassinio di Francisco Ferrer alla Settimana Rossa, dalla opposizione alla prima guerra mondiale, culminata nei moti dell’agosto 1917, alle prime lotte contro il fascismo. Naturalmente non poteva estraniarsi da una sana attività sindacale, lui che viveva nel cuore del più agguerrito complesso operaio di fabbrica, e la sua attività rifulse specialmente negli anni 1917-22 ispirata sempre ai concetti dell’azione diretta (1). Continued…

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NUOVI DOCUMENTI SULL’ASSASSINIO DI PIETRO FERRERO

Il 18 dicembre 1922 le squadracce fasciste guidate da Piero Brandimarte compirono una feroce rappresaglia contro La Torino operaia. Numerose furono le vittime. tra queste l’anarchico Pietro Ferrero, segretario della Camera del locale, barbaramente trucidato. In questo articolo, pubblicato su Collegamenti n. 6/2024, Tobia Imperato getta nuova luce sulle circostanze del suo assassinio.

Nello stesso numero di “Collegamenti” un breve profilo biografico di Ferrero a cura di Mauro de Agostini e un più ampio inquadramento storico e bibliografico scritto da Franco Schirone.

Ricordando Nello Dal Bò
dell’ANPI di Grugliasco, paese natale di Ferrero,
che tanto si è speso per mantenerne viva la memoria

Pietro Ferrero

Grazie alla gentilezza di Laura Garino, nipote del nostro Maurizio, sono venuto a conoscenza di questa importante testimonianza sulle ultime ore di Ferrero.
Si tratta della testimonianza di un comunista torinese, Bartolomeo Gondolo, che – sequestrato dai fascisti mentre si aggirava nei paraggi – era presente nella portineria della Camera del Lavoro di Torino nelle ore che precedettero l’assassinio di Pietro Ferrero.
La lettera – indirizzata a Giorgio Carretto, dirigente sindacale comunista torinese – porta la data del 5 settembre 1943, cioè pochi giorni prima dell’occupazione nazista. È interessante scoprire come, subito dopo la caduta del fascismo il 25 luglio, i compagni di Ferrero – non a caso troviamo copia di questo documento fra le carte di Maurizio Garino – si misero alla ricerca di testimonianze utili a processare i responsabili della strage. Gli avvenimenti che seguirono impedirono che si potesse far luce e tutto sarà rimandato a dopo la liberazione (anche se gli autori della strage furono alla fine assolti dalla magistratura compiacente e non pagarono mai per i loro delitti). Continued…

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I LAVORATORI DIGITALI (PLATFORM WORKER): PROBLEMI E PROSPETTIVE

Sul tema dei lavoratori digitali (platform worker) riportiamo questo articolo di Mauro De Agostini dal n. 6/marzo 2024 di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe”

“Prima di internet, sarebbe stato difficile trovare qualcuno e farlo sedere per dieci minuti a lavorare per te, per poi licenziarlo passati quei dieci minuti. Ma con la tecnologia, in realtà, puoi davvero trovarlo, pagarlo una miseria e poi sbarazzartene quando non ti serve più” (1) questa frase dell’imprenditore americano Lukas Biewald descrive alla perfezione la nuova realtà creata dal capitalismo delle piattaforme.

Una situazione tutt’altro che marginale visto che (secondo stime ufficiali) attualmente risultano attive nella sola Unione europea circa 500 piattaforme digitali che nel 2022 impiegavano almeno 28 milioni di lavoratrici/ori, destinate a diventare 43 milioni entro il 2025, un nuovo proletariato digitale privo di ogni tutela. (2) Continued…

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LA SANITA’ LOMBARDA NELL’ OCCHIO DEL CICLONE

Sul n. 6/2024 di “Collegamenti” questo articolo, frutto di una intervista ad alcuni lavoratori dell’USI Sanità di Milano realizzata da Visconte Grisi

Oggi si fa un gran parlare della privatizzazione sempre crescente del sistema sanitario, il che naturalmente è vero, ma è anche necessario risalire a come è cominciata l’aziendalizzazione all’interno stesso del sistema sanitario pubblico e la trasformazione della salute in una merce vendibile e acquistabile sul mercato.
Infatti la trasformazione degli ospedali pubblici in aziende tese alla realizzazione di profitti è precedente ai successivi fenomeni di privatizzazione della sanità. Il processo iniziò nei primi anni 90 con l’introduzione dei cosiddetti DRG, in parallelo con la trasformazione delle USSL (Unità socio-sanitarie locali) in ASL (Azienda sanitaria locale). La sigla DRG sta per Diagnosis Related Group in inglese, traducibile in italiano con “Raggruppamento omogeneo di diagnosi” con cui “si fa riferimento a un sistema che permette di classificare tutti i pazienti dimessi da un ospedale (ricoverati in regime ordinario o day hospital) in gruppi omogenei per assorbimento di risorse impegnate (isorisorse). Tale aspetto permette di quantificare economicamente tale assorbimento di risorse e quindi di remunerare ciascun episodio di ricovero. Una delle finalità del sistema è quella di controllare e contenere la spesa sanitaria”.(1) Detto in parole povere un intervento chirurgico di appendicectomia avrà un valore economico certamente inferiore di un trapianto cardiaco. Continued…

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Francia. Gli scioperi nei trasporti continuano

Nelle ferrovie francesi il clima sindacale è rovente e si susseguono le mobilitazioni. Questo articolo di G. Soriano (dal n. 6 /marzo 2024 di “Collegamenti”) ci delinea il quadro della situazione.

Per i viaggiatori che stavano per partire in vacanza verso le stazioni sciistiche delle Alpi (1) è stata una sorpresa sgradevole, ma la direzione della SNCF ed i sindacati del settore erano al corrente.
Tra il 16 ed il 18 febbraio di quest’anno circa 150 000 viaggiatori sono rimasti senza treno o hanno dovuto arrangiarsi trovando un altro mezzo di trasporto: Blablacar, autonoleggi, autobus, Trenitalia (+ 8%), si sono sfregate le mani. Non solo si è arrivati alle 200 000 persone appiedate del Natale 2022, ma la scossa è stata forte.
Si trattava infatti dell’inizio delle vacanze invernali per le scuole della zona di Parigi e Tolosa e di ritorno per altre zone. Ovviamente i media hanno parlato di “viaggiatori presi in ostaggio”, come fanno di solito in queste occasioni, il ministro dei trasporti ha dichiarato che pensava seriamente a mettre a punto una (ennesima) legge che dovrebbe regolare il diritto di sciopero, e l’Italia è stata portata in palma di mano come esempio da seguire.
In occasione degli scioperi dei treni – e dei controllori in particolare – ci sono degli utenti che hanno sempre un’ottima idea: lo sciopero della gratuità. Ovvero i controllori vanno a lavorare, ma non controllano i biglietti. Ma c’è un problema, anzi due: il primo luogo, la cosa è illegale ed esporrebbe i controllori ad un intervento della repressione, dato che se sei pagato devi eseguire il lavoro per cui ti pagano; in secondo luogo, c’è un problema di sicurezza: se un certo numero di treni venisse soppresso, i viaggiatori si precipiterebbero sui treni che funzionano gratis, ma questo produrrebbe un sovraccarico delle vetture con conseguenze imprevedibili e per evitare incidenti i treni non potrebbero partire. Continued…

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LA STORIA PARTICOLARE DI UN PICCOLO SINDACATO DI BASE

Umberto Ottone (“Collegamenti”, n 6/2024) Una riflessione sullo stato del mondo del lavoro oggi e sulla condizione attuale del sindacalismo tradizionale e di base potrebbe partire da una microstoria, quella di una piccola organizzazione sindacale nata a livello locale (nella città di Pinerolo) nel 1995 e dopo pochi anni associatasi alla CUB, una storia raccontata nel libro di Luca Perrone, Abbiamo fatto un sindacato – Enrico Lanza: una vita dalla parte dei lavoratori, edito da DeriveApprodi nell’aprile 2022.

Come spiegare la tenuta dei sindacati confederali, che tra gli anni Ottanta e Novanta parevano sulla strada del declino? Non si può ragionare sulla tenuta del sindacalismo concertativo prescindendo dalla vertenza del 1980 alla Fiat, e dalle vicende che hanno caratterizzato gli anni Ottanta, fino agli accordi del 1992-93 sulla scala mobile, un decennio che segna una vera e propria cesura tra un prima e un dopo, un periodo di lotte e di conquiste operaie ed un successivo periodo di perdite di salario e diritti.
A partire dagli anni Ottanta i rapporti di forza tra Capitale e Lavoro mutano sempre più a favore del Capitale, è quella che Gallino definisce la “reconquista” del capitalismo, la “lotta di classe dall’alto” condotta con le armi della finanziarizzazione, delle delocalizzazioni e della disvalorizzazione del lavoro. Continued…

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NOTE SULLA SITUAZIONE DEL SINDACALISMO DI BASE E DEL SINDACALISMO IN GENERE

Una riflessione sul sindacalismo di base, sul suo ruolo, prospettive e frammentazione è oggi sempre più necessaria.

Questo articolo di Federico Giusti (“Collegamenti” n. 6/2024) affronta i principali problemi sul tappeto

Per quanto mi riguarda sarebbe arrivato il momento di fare i conti con la esperienza storica del sindacalismo di base a partire dalla sua devastante frammentazione.
Rispetto a 20 anni fa non sono chiare agli occhi della forza lavoro le differenze sostanziali tra le varie sigle del sindacalismo di base e dopo 30 anni di controriforme è cresciuto il senso di sfiducia verso il sindacato tout court.
L’adesione ai sindacati di base è legata non a ragioni di carattere politico ma al lavoro svolto dalle realtà, nei singoli settori, ad esempio possiamo asserire che la sottoscrizione dei contratti nazionali da parte di Usb abbia in qualche modo favorito la loro presenza dentro il comparto pubblico con il risultato, non certo esaltante, di appiattirsi sulle logiche meritocratiche, sulla idolatria della produttività accettando l’impianto complessivo dei contratti stessi. Quanti hanno sottoscritto i contratti nazionali ottenendo la rappresentatività, vale per Usb come per la galassia degli autonomi, vi risulta siano riusciti a mettere in discussione la performance, le disuguaglianze salariali e normative all’interno dei comparti pubblici?
E la firma di certi contratti possiamo considerarla ancora tecnica o invece la presa d’atto che senza sottoscrizione non hai agibilità sindacale e quindi vieni relegato in un angolo, dominando nei luoghi di lavoro pratiche subalterne alle parti datoriali a mero discapito del conflitto? Continued…

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Camillo Berneri, la Palestina insanguinata (1929)

Nel 1929 l’anarchico Camillo Berneri pubblica questo articolo estremamente lucido sull’emigrazione ebraica in Palestina, il sionismo, i problemi di relazione tra immigrati ebrei e popolazione palestinese e l’imperialismo inglese. Lo riprendiamo dal n. 6 / marzo 2024 di “Collegamenti”. Nello stesso numero un necessario inquadramento storico scritto da Gianni Carrozza.

Lasciamo in pace il <<muro del pianto>>. Non è che lo sfondo del quadro. Simbolicamente lo si può considerare il centro della tragedia, storicamente non lo è. Al muro di Salomone, che giuridicamente appartiene agli Arabi, ogni venerdì, da dieci anni, andavano liberamente gli ebrei a piangere la disperazione e le sventure della loro razza. Contro l’elemento ebraico ortodosso il furore arabo non ha mai infierito. Gli arabi sono tolleranti, in religione da buoni maomettani. Il << fanatismo>> loro lo si spiega con dati demografici più che con reminescenze storiche e dilettantismi psicologici. La rivolta araba è stata, per contingenze, anti-ebraica; per natura, semplicemente xenofoba.

Ho sotto gli occhi due interviste: l’una del Dottor Weizmann, presidente dell’organizzazione sionista universale, l’altra di Amein Hussein capo religioso degli arabi di Palestina. Il primo dichiara necessario: che gli Arabi capiscano che l’Inghilterra non vuole mutare affatto la propria politica di protezione del sionismo; che è necessario facilitare l’immigrazione ebraica in misure le più grandi possibili. Il secondo riconferma che il governo attuale della Palestina è contrario, nella costituzione e nella politica sue, agli Arabi; richiede l’adozione di una forma di governo democratico, nel quale siano rappresentati tutti gli abitanti di Palestina, in modo proporzionale, e l’abbandono della politica inglese a favore dello sviluppo di un <<centro nazionale ebraico>>, specie riguardo all’immigrazione. Continued…

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