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L’ORGANIZZAZIONE SPONTANEA DEI LAVORATORI NEGLI STATI UNITI

Un aggiornamento sulla situazione del movimento operaio USA in una ampia ricostruzione di Ezio Boero. Dal n. 7/autunno 2024 di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” .

Dopo anni di stagnazione dei salari, aumento dei ritmi e delle differenze contrattuali per i neoassunti e diminuzione della sicurezza del e sul lavoro, un “nuovo inizio” del movimento dei lavoratori statunitense è collocabile nell’anno 2021, durante il quale sono avvenuti due fatti collegati tra loro: la pandemia Covid e il Grande abbandono del lavoro (The Great Resignation). La perdurante insoddisfazione per il lavoro salariato, caratterizzato da retribuzioni, insufficienti ad affrontare il costo della vita, e da controlli asfissianti della prestazione, hanno indotto un esodo di massa, in gran parte maturato individualmente, ma anche condiviso pubblicamente in rete. Esso ha coinvolto nel 2021 ben 47 milioni di lavoratori, soprattutto nei settori della distribuzione, della sanità e dell’istruzione. Una sorta di sciopero generale, termine peraltro del tutto atipico negli USA.

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Contrattazione: salari, welfare e profitti in tempi d’inflazione

Riportiamo dal n. 7 (autunno 2024) di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” questo articolo di Renato Strumia

La ripresa post-Covid e la guerra in Ucraina (febbraio 2022) hanno causato una generale impennata dei prezzi e una ripresa dell’inflazione, che nei 7 anni precedenti erano state drasticamente contenute. La reazione delle banche centrali è stata quella del rialzo dei tassi, come se l’inflazione fosse dipesa da una esplosione salariale connessa ad un risveglio del conflitto industriale. Invece si trattava e si tratta di un incremento dei prezzi dovuto principalmente alle strozzature dell’offerta di materie prime e semilavorati, dell’embargo energetico autoinflitto all’Europa con le sanzioni alla Russia e, soprattutto, di inflazione da profitti (che secondo studi autorevoli, inclusi quelli di Bankitalia, ha inciso per il 70% sull’ammontare complessivo dei rincari).

L’ultima coda dei rialzi, se vogliamo metterla in questo modo, può essere attribuita al conflitto in Medio Oriente, che con il bombardamento degli Houti sulle navi in transito nel Canale di Suez, ha fatto decollare i prezzi di noli e coperture assicurative sui carichi, nonché l’allungamento dei tragitti e maggiori costi di chi sceglie di circumnavigare l’Africa, per evitare i rischi di droni e missili, scagliati per vendicare le stragi israeliane a Gaza.

In ogni caso la parabola dell’inflazione sta calando e sembra in procinto di tornare a livelli più normali, convergendo, seppure gradualmente, verso gli obiettivi delle autorità monetarie (per la Bce, il 2% l’anno). In vista dell’obbiettivo, considerati anche i segnali di rallentamento piuttosto consistenti provenienti dall’”economia reale”, Fed, Bce e Bank of England sembrano orientate ad abbassare i tassi d’interesse, sia in quel che resta del 2024, sia nel 2025. Solo la Bank of Japan sta alzando i tassi, ma parte da livelli quasi a zero e punta solo a rafforzare la propria valuta, anche in funzione anti-speculativa (si pensi all’uso di indebitarsi in yen, per investire in attività più redditizie, e poi rientrare dalle posizioni non appena la moneta torna a rafforzarsi). Giochino che ha portato alla precipitosa chiusura delle posizioni a inizio agosto, con un crollo azionario giornaliero del 10%, subito recuperato nelle sedute successive.

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Una economia di guerra ?

Dal n. 7 di “Collegamenti” (autunno 2024) riportiamo questo articolo di Visconte Grisi

La tendenza verso una economia di guerra si configura a partire dalla pandemia di Covid 19. Qualunque sia stata l’origine del Covid 19, l’aspetto più sconvolgente era il linguaggio da tempo di guerra che era diventato subito virale nei mass media di regime. Espressioni da caserma come “siamo in prima linea sul fronte” o “omaggio agli eroi di guerra” sono state ripetute all’infinito, insieme al ritorno di una retorica patriottarda fuori tempo e agli inni nazionali sui balconi, anche questi durati poco, di fronte al precipitare della situazione sanitaria. Le strade deserte hanno reso l’idea di una situazione di coprifuoco che, fino ad un certo punto, ha finito per oscurare i termini scientifici dell’evoluzione della pandemia e delle possibili soluzioni di prevenzione e terapia. L’inserimento di queste misure si situavano entro una cornice che richiamava la simulazione di una situazione di guerra.

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Uscito il n. 7 di “Collegamenti” !

Con un leggero ritardo è uscito il n. 7 di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” di seguito il sommario:

SCENARI

Contrattazione: salari, welfare e profitti in tempi d’inflazione, Renato Strumia

Un’economia di guerra?, Visconte Grisi

DDL Piantedosi: fermare la deriva securitaria (breve scheda), Mauro De Agostini

INCHIESTA

Intervista a Tech Workers Coalition, a cura di MdA

La prima campanella, Alina Rosini

L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive. Ne parliamo con Stefano Borroni Barale, a cura di MdA

Genny la carogna, una vicenda che , dopo il carnevale estivo, merita qualche informazione, Annibale Romeo

INTERNAZIONALE

L’organizzazione spontanea dei lavoratori negli Stati Uniti, Ezio Boero

STORIA E MEMORIA

Giovanni Corvi, l’operaio che vendicò Matteotti, Marco Rossi

CONTRIBUTI

Sindacalismo patriottico, Amilcare Polesano

RECENSIONI

Lavoratori-vagabondi, Diego Giachetti

La fine della megamacchina , Sébastien Navarro

Il magister ludi Luigi Fabbri, Lorenzo Gregori

Lettere alla redazione, Gino Caraffi e Marco Rossi

Per ricevere una copia (cartacea o pdf) scrivere a collegamentiwobbly@gmail.com

 

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DDL Piantedosi: fermare la deriva securitaria

Dal n. 7 (autunno 2024) di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” in uscita a giorni, anticipiamo questa scheda sul disegno di legge Piantedosi ora all’esame del Senato, dopo essere stato approvato dalla Camera

Il Disegno di Legge Piantedosi (che reca le firme anche dei ministri Crosetto e Nordio) costituisce uno dei peggiori giri di vite securitari dagli “anni di piombo” ad oggi.

Dopo le numerose norme repressive varate negli anni scorsi, con questo DDL vengono spazzate via buona parte delle conquiste ottenute a partire dalla Resistenza riguardo al diritto di manifestare.

È degno di nota il fatto che l’iter di questo gravissimo provvedimento, presentato in Parlamento il 22 gennaio 2024, sia – fino a poco tempo fa – passato quasi completamente inosservato. A parte qualche articoletto sulla stampa su alcuni dei punti più scabrosi come la museruola alle proteste contro il ponte di Messina, l’eliminazione delle norme a favore delle madri detenute, la proibizione della cannabis light ben poco se ne è sentito parlare.

Questa disattenzione generale ha consentito al provvedimento di essere approvato a tempo di record (dal 10 al 18 settembre) dalla Camera con una flebile opposizione parlamentare, mentre l’opinione pubblica era abilmente distratta dalle fesserie di varia umanità propinate dai mass media (non ultime le tragicomiche vicende del ministro Sangiuliano). Anche la classe lavoratrice, i sindacati e i movimenti di base non hanno saputo cogliere in tempo il pericolo che si profilava. Continued…

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Milano 6 giugno 2024: presentazione di “Collegamenti”

GIOVEDI’ 6 GIUGNO 2024 ORE 19 PRESSO L’ATENEO LIBERTARIO IN VIALE MONZA 255 A MILANO

PRESENTAZIONE DEL N. 6 DI “COLLEGAMENTI PER L’ORGANIZZAZIONE DIRETTA DI CLASSE”

INTANTO IL N. 7 (SETTEMBRE) E’ IN PREPARAZIONE ! SIATE FIDUCIOSI

 

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Torino 18 aprile 2024 presentazione del n. 6 di “Collegamenti”

Giovedì 18 aprile ore 18,00 presso LA.CO.RI. via Santa Giulia 64 Torino verrà presentato il n. 6/marzo 2024 della rivista

Indice del numero 6:

INCHIESTA
Cosimo Scarinzi – Domande di oggi sul sindacalismo di base a partire da oltre 30 anni addietro
Federico Giusti – Note sulla situazione del sindacalismo di base e del sindacalismo in genere
Umberto Ottone – ALP CUB. La storia particolare di un piccolo sindacato di base
Mauro De Agostini – I lavoratori digitali (platform worker): problemi e prospettive
Stefano Borroni Barale – Cibernetica o Barbarie!
Visconte Grisi – La sanità lombarda nell’ occhio del ciclone. Da una intervista ad alcuni sindacalisti dell’USI Sanità di Milano
Simone Bisacca – Sul diritto del lavoro nella seconda repubblica
Renato Strumia – Fondi pensione: un bilancio critico

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MAURIZIO ANTONIOLI: MALATESTA, L’ORGANIZZAZIONE OPERAIA E IL SINDACALISMO

Nel n. 6/marzo 2024 di “Collegamenti” una recensione di Cosimo Scarinzi al volume di Maurizio Antonioli, “MALATESTA, L’ORGANIZZAZIONE OPERAIA E IL SINDACALISMO”, BFS Edizioni 2023

Una breve premessa

Maurizio Antonioli è mancato il 29 settembre 2023, una perdita dolorosa per chi ha avuto occasione di conoscerne le qualità professionali come storico e umane quali la cortesia e la disponibilità.

Il volume che recensiamo è il suo ultimo lavoro, la prova della continuità di un interesse sia per il movimento anarchico che per il sindacalismo che ha caratterizzato il lavoro di una vita.

Stendendo questa recensione ho ritenuto utile fare una ricerca sui suoi scritti concentrandomi su quelli che riguardano, appunto, il sindacalismo (1) e mi sono reso conto che Maurizio si è occupato di questo ordine di questioni per oltre un cinquantennio, il primo scritto che ho trovato “Alcune linee interpretative per una storia dell’Unione Sindacale Italiana: un inedito di Armando Borghi”, infatti, è apparso sul numero 1 di Primo Maggio nel 1973.

La ricerca sua va anche collocata in una stagione di ricerche sul sindacalismo rivoluzionario o, se si preferisce sul sindacalismo di azione diretta che mette in discussione la vulgata che, in genere, presentava il sindacalismo rivoluzionario come una corrente politica confluita nel fascismo.
Contribuì, per fare un solo caso, a un importante convegno di studi svoltosi a Piombino il 28-30 giugno 1974 e avente come tema “Il sindacalismo rivoluzionario in Italia nel periodo della Seconda Internazionale.” i cui atti sono stati pubblicati in «Ricerche storiche», a. 5, n. 1, gennaio-giugno 1975. Continued…

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Parlano di noi…

Archivio autonomia scrive :”Grazie alla collaborazione con il sito Archives autonomies e con Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe abbiamo pubblicato la serie completa di “Collegamenti Wobbly” e “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” (ci siamo fermati alla metà degli anni Ottanta, la rivista esce ancora) completi di supplementi e di altre riviste che fanno riferimento all’area.
Collegamenti nasce come bollettino ciclostilato del milanese Centro Comunista ricerche sulla autonomia proletaria (CCRAP) nel 1974. Il bollettino vuole dare voce alla componente consiliare-libertaria del movimento milanese, minoritaria rispetto alle componenti leniniste e neoleniniste ma presente nelle lotte più importanti del periodo.
Nel 1976 l’area si rafforza a livello nazionale e il bollettino si trasforma nella rivista “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe”. Ne escono 8 numeri tra il 1977 e il 1980 che riprendono il lavoro precedente, facendosi carico di una battaglia politica contro l’evoluzione insurrezionalista e/o marginalista di ampi settori del movimento, difendendo la centralità delle lotte operaie di base.
Buona lettura !

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Pietro Ferrero: un breve profilo biografico

Riportiamo, dal n. 6/2024 di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” un breve profilo biografico dell’anarchico Pietro Ferrero, trucidato a Torino dalle squadracce fasciste.

Nello stesso numero una articolata ricostruzione dell’assassinio scritta da Tobia Imperato e un inquadramento storico e bibliografico scritto da Franco Schirone.

Pietro Ferrero, busto alla Camera del lavoro di Torino

Pietro Ferrero (Grugliasco, 12 maggio 1892 – Torino, 18 dicembre 1922) aderisce giovanissimo al movimento anarchico, partecipa all’agitazione contro la condanna a morte del pedagogista libertario Francisco Ferrer a agli inizi del 1910 è, insieme a Maurizio Garino, tra i fondatori della “Scuola moderna”, un circolo culturale che promuove lezioni conferenze e dibattiti.
Nel gennaio 1912 FIOM e Consorzio automobilistico torinese sottoscrivono un accordo, duramente contestato dai non iscritti al sindacato, perché, in cambio del “sabato inglese” (sabato pomeriggio libero) introduce la trattenuta sindacale obbligatoria e altre norme peggiorative. Ferrero aderisce al Sindacato Unico Metallurgico, creato dai sindacalisti rivoluzionari, e partecipa allo sciopero durato oltre due mesi. L’agitazione però si conclude con una grave sconfitta e l’esperienza negativa convince Ferrero della necessità di adottare la linea dell’unità sindacale all’interno della FIOM, linea che, insieme a Garino, manterrà sempre ferma anche dopo la costituzione dell’Unione Sindacale Italiana nel novembre 1912. Continued…

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