Dal n. 9/primavera 2025 di Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe riportiamo questo aggiornamento di Renato Strumia
Ha suscitato un nutrito dibattito la recente pubblicazione del “Rapporto mondiale sui salari 2024-2025”, una pubblicazione a cura dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (OIL). Lo studio evidenzia come in Italia i salari siano scesi, in termini reali, dell’8,7% dal 2008 ad oggi. Si rileva altresì come la perdita si sia aggravata dalla ripresa dell’inflazione, dalla metà del 2021, e come il recupero iniziato tardivamente, dal 2024, non abbia in realtà ricostituito pienamente il potere d’acquisto.
Sono dati che riprendono, su scala temporale diversa, il ben noto studio dell’OCSE di qualche tempo fa (giugno 2022), che segnalava una perdita del 2,9% del salario reale dal 1990 al 2020 (unico caso tra i paesi compresi in questo raggruppamento).
Può valere la pena dunque provare a ragionare sulla storia recente per capire dinamiche e prospettive della contrattazione e del conflitto in condizioni “avverse”.
Il triennio che abbiamo alle spalle (2022-2024) è stato particolarmente impegnativo sul fronte sociale. Abbiamo subito un pesante ritorno di inflazione “da costi”, causata dal rincaro dei prezzi delle materie prime e dell’energia, conseguente al conflitto Russia-Ucraina. Su questa base si è innestata una ulteriore inflazione “da profitti”, generata dalla tendenza delle imprese ad aumentare i propri margini in misura più che proporzionale rispetto agli aumenti dei beni intermedi, oppure semplicemente approfittare della generale confusione per alzare il costo dei servizi prestati. Continued…
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