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Collegamenti: lettere alla redazione

Dal n. 7 (ottobre 2024) “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” ha iniziato la pubblicazione di una rubrica di lettere alla redazione. Le riportiamo di seguito.

“Collegamenti contiene sempre contributi interessanti e pure questo numero [6] non fa eccezione.

L’articolo di Cosimo Scarinzi e quello di Federico Giusti, peraltro, offrono molti spunti critici, stimolanti e condivisibili: dall’entrismo nei sindacati confederali al ruolo delle Rsu, ma anche la ritualità degli scioperi “di base” che proclamiamo ad ogni autunno, con infinite liste di pro e contro destinati a rimanere buone intenzioni.

In base alle dinamiche della Rsu in Comune a Livorno (sempre più a maggioranza Cgil), avrei diversi argomenti in più, dalla sostanziale connivenza con l’amministrazione “amica” (ben oltre la decenza) al disimpegno e alla delega che ha incentivato fra i/le dipendenti comunali. Continued…

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IL MAGISTER LUDI LUIGI FABBRI

dal n. 7 (autunno 2024) di “Collegamenti” appena pubblicato riportiamo questa recensione di Lorenzo Gregori

Il libro di Lilith Verdini – Luigi Fabbri. Un maestro anarchico (1877-1935), Edizioni Malamente, 2024 – ha l’obiettivo di dare risalto all’attività e al pensiero educativo di Luigi Fabbri, restituendo al lettore un’immagine più completa dell’anarchico marchigiano. Se, infatti, la storia militante e il pensiero politico sono stati ampiamente rappresentati dai suoi scritti apparsi sui diversi giornali anarchici o negli opuscoli divulgativi, oltreché dalle biografie a lui dedicate – prima fra tutte quella della figlia Luce – l’attività di maestro e il pensiero pedagogico hanno decisamente avuto meno risalto. È molto probabile che il “Fabbri educatore”, che tanto spazio ha occupato nella breve vita dell’anarchico fabrianese, sia stato oscurato dalla risonanza conseguente all’attività militante – con vicende biografiche che, come è noto, lo hanno condotto ad affrontare il carcere e l’esilio – ma anche da un pensiero educativo fortemente influenzato dalla cultura positivista dell’epoca e, più in specifico in ambito pedagogico, dall’opera del principale esponente anarchico dell’educazione libertaria di quegli anni: Francisco Ferrer y Guardia, fondatore nel 1901 della Escuela Moderna, del quale Fabbri è considerato in Italia il suo principale divulgatore.

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Genny la carogna, una vicenda che , dopo il carnevale estivo, merita qualche informazione

E’ stato il tormentone dell’estate. Dopo il clamore mediatico questo articolo di Annibale Romeo da “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” n. 7 (autunno 2024) ci permette di fre il punto sul livello culturale di taluni esponenti politici

La pretesa egemonia culturale della sinistra in Italia è una costante ossessione della destra più o meno radicale che da oltre 30 anni appare inconsapevole della scomparsa dal panorama politico del partito “comunista” più grande dell’Europa occidentale. La cosa che più tormenta gli elementi rampanti fra la schiera dei chierici della “destra di governo”, è un senso di inadeguatezza alla quale qualcuno ha cercato di rabberciare un rimedio facendo appello alle risorse del più intemerato volontarismo. Il mito quasi impossibile da raggiungere, almeno per i meno sprovveduti in termini di conoscenze storiche, è quello del Pci togliattiano che fu capace di attrarre “irresistibilmente” tutti i “migliori cervelli” della Nazione. In un certo senso si può dire che in questo modo i destri aspiranti egemoni culturali siano alla ricerca della parodia di una parodia di “egemonia culturale”, intrecciata di sciovinismo patrio già nella sua forma originale.

Non si può dire che nella destra siano del tutto assenti persone colte e dotate anche di una certa intelligenza politica. Evocando quest’ultima vaga categoria, la mente non può non andare a posarsi sulla premier Meloni, la quale tutto appare fuorché un’intellettuale. Eppure ella riesce ad arrivare laddove fior di intellettuali non saprebbero neanche da dove cominciare. Continued…

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Fine della megamacchina, un libro di Fabian Scheidler

Dal n. 7 di “Collegamenti” (autunno 2024) riportiamo questa recensione di Sébastien NAVARRO al libro di Fabian Scheidler, “La fine della megamacchina. Storia di una civiltà sull’orlo del collasso”. Trad: Gaia D’Elia, Castelvecchi, 2024, 396 p., brossura, EAN: 9788868266622

l’edizione originale francese

Ricordo di aver sfogliato le pagine con le mani umide, il terrore, l’impossibilità di prendere la vera misura di ciò che stavo leggendo. Quanti anni ho? Forse venti. È tardi per aprirsi alla politica ma vengo da un ambiente in cui mi è stato trasmesso ben poco. La mia “presa di coscienza” avviene quando sono oramai un giovane adulto. Ho ingoiato chilometri di letture, sperando di recuperare un arretrato che non recupererò mai. Ho letto Le vene aperte dell’America Latina di Eduardo Galeano (1940-2015) e non ricordo come questo libro sia finito nelle mie mani. Quello che so è che leggerlo mi toglie il fiato. L’entità dei massacri e dei saccheggi nel continente sudamericano è così vasta da stordirmi. “La storia è un profeta che guarda all’indietro: partendo da ciò che è stato e in opposizione a ciò che è stato, annuncia ciò che accadrà”, scrive Galeano. Pochi paragrafi dopo, l’uruguaiano riassume un lungo continuum storico: “I conquistadores sulle loro caravelle e i tecnocrati in jet, Hernán Cortés e i marines nordamericani, i corregidores del regno e le missioni del Fondo Monetario Internazionale, i mercanti di schiavi con i profitti della General Motors”. Continued…

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Giovanni Corvi, l’operaio che vendicò Matteotti

Dal n. 7/autunno 2024 di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” riportiamo questa ricostruzione storica di Marco Rossi

Ci sono donne e uomini che appaiono fuori dalla storia, nonostante che le loro scelte e la loro stessa vita siano state radicalmente dentro e contro l’ineluttabilità della storia. Sovente il loro essere senza-storia coincide con l’essere stati degli o delle “irregolari”. Una di queste ombre ha nome Giovanni Corvi

e il 12 settembre 1924 – anno terzo dell’Era fascista – uscendo dall’anonimato, salì alle cronache nazionali:

“L’on. Armando Casalini, deputato fascista della circoscrizione lombarda, ex repubblicano, attualmente vicepresidente generale della Federazione delle corporazioni sindacali fasciste, è stato ucciso stamane a revolverate in un tram su viale Giulio Cesare [a Roma]. L’uccisore è stato arrestato e identificato per l’operaio Giovanni Corvi, un esaltato.”

La stampa s’era infatti affrettata ad escludere la matrice politica dell’omicidio, sostenendo che l’attentatore «non risulta sia mai stato né anarchico né comunista né socialista»1. Soltanto l’organo del Partito fascista, «Il Popolo d’Italia», il 13 settembre non esitò a riferire in prima pagina che l’omicida aveva in tasca alcune fotografie di Matteotti e che «il Corvi è comunista iscritto al partito». In realtà, nella perquisizione personale non gli era stata trovata alcuna tessera e neppure in fase processuale emerse documento o prova che confermasse tale adesione; così come cadde subito l’ipotesi di un complotto, peraltro costata l’arresto per tre operai, suoi colleghi di lavoro, poi risultati estranei all’attentato2. Continued…

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Sindacalismo nazionale

dal n. 7 (autunno 2024) di “Collegamenti” appena pubblicato riportiamo queste riflessioni di Amilcare Polesano sul ruolo dei sindacati e sulla loro tendenza a perdere di vista gli interessi di classe e una corretta prospettiva internazionalista.

La storia degli ultimi decenni è stata caratterizzata dal declino della capacità dei lavoratori di unirsi e di lottare per i propri interessi economici. Questa situazione è il risultato di un processo le cui premesse vanno fatte risalire assai addietro nella storia del secolo scorso, anche se lo sbocco di una pressoché totale eclissi del movimento operaio è diventato evidente soltanto di recente.

Questo progressivo arretramento della classe lavoratrice nel suo complesso porta con sé conseguenze politiche rilevanti e vistose. I lavoratori non sanno più riconoscersi nei partiti della sinistra istituzionale, la quale ha perduto da tempo ogni velleità “riformista” per caratterizzarsi come area liberale dello schieramento politico borghese.

D’altronde sarebbe difficile per chi deve fare i conti con un salario di sussistenza, con la crescente precarietà del posto di lavoro, con l’allungamento della vita lavorativa e, infine, con il degradarsi dello stato sociale, cercare un riferimento politico in quei partiti così sensibili ai richiami delle compatibilità del sistema capitalistico in tempi di crisi economica cronica. Continued…

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Lavoratori-vagabondi, i bottai di Canelli in un libro di Giuliano Giovine

Dal n. 7 di “Collegamenti” (autunno 2024) riportiamo questa recensione di Diego Giachetti al libro di Giuliano Giovine “Re dei lavoratori e re dei vagabondi. I bottai di Canelli e dell’Astigiano (1890-1945)”, Impressioni grafiche, 2023

Oggetto del lavoro di ricerca di Giuliano Giovine sono i lavoratori-bottai e il ruolo importante che ebbero tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento nell’ambito della produzione enologica italiana e piemontese, con particolare riferimento al comune di Canelli dell’Astigiano. Territorio protagonista di un eccezionale flusso di esportazione di vino nel mercato nazionale, europeo e verso le Americhe mediante le botti fabbricate in appositi stabilimenti, una decina dei quali a Canelli, da operai altamente qualificati, gelosamente custodi dei “segreti” del proprio mestiere che sfruttarono a proprio vantaggio le favorevoli condizioni offerte dalle richieste del mercato. Continued…

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L’intelligenza artificiale. Problemi e prospettive. Ne parliamo con Stefano Borroni Barale

Dal n. 7 (autunno 2024) di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” riportiamo queste riflessioni di Stefano Borroni Barale sull’Intelligenza artificiale.

“L’Ai attuale è una grande operazione ideologica e di marketing,

confezionata per aumentare il controllo delle persone

e restringere il margine di libertà digitale” (1)

L’Intelligenza artificiale (Ai) è un tema oggi talmente di moda che persino il papa ha ritenuto indispensabile dire la sua sull’argomento. Un utile strumento per orientarsi in questo profluvio di notizie, in genere sensazionalistiche e spesso fuorvianti, è fornito dal libro recentemente pubblicato di Stefano Borroni Barale, “L’intelligenza inesistente. Un approccio conviviale all’intelligenza artificale”, Altreconomia, 2023. Un agile saggio divulgativo alla portata anche del lettore meno esperto.

Il titolo “L’intelligenza inesistente” rimanda esplicitamente ad Agilulfo il “cavaliere inesistente” creato da Italo Calvino, un paladino che pur “non esistendo” riesce comunque a combattere valorosamente al servizio di Carlomagno (“Bé, per essere uno che non esiste, siete in gamba !” sbotta a un certo punto l’imperatore).

Più precisamente per l’autore – a differenza di quanto sostengono i millantatori – non esiste oggi (né è alle viste) una Ai “forte” in grado di pensare come un essere umano ma solo un’Ai “debole” in grado di “simulare” alcuni aspetti del pensiero umano. Una Ai che funziona solo grazie al lavoro costante di un vasto proletariato digitale, invisibile e malpagato (i cosiddetti “turchi meccanici” o “turker”). (2)

“Collegamenti” ha posto alcune domande all’autore. (3)

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SCUOLA: LA PRIMA CAMPANELLA

Dal n. 7 (autunno 2024) di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” riportiamo questo report sui problemi della scuola italiana all’inizio del nuovo anno scolastico scritto da Alina Rosini

Estate luciferina questa che sta terminando, caratterizzata da pesanti azioni perpetrate dal governo volte alla demolizione della scuola pubblica.

Alla fine di giugno il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha festeggiato la nascita della Fondazione della Scuola, un ente finanziato da privati quali Leonardo s.p.a., una delle aziende leader mondiali per la produzione di armi, UniCredit, Banco BPM, Enel Italia S.p.A, e Autostrade per l’Italia, che nei prossimi 5 anni dovrà reperire 50 milioni di euro da destinare al finanziamento della scuola ormai sempre meno statale.

L’accordo è stato subito siglato. In cambio, i gruppi finanziari utilizzeranno la scuola per la formazione delle figure professionali a loro uso e consumo, arrivando anche a inserire “gli esperti”, i loro esperti, perché ormai il ruolo docente è sempre più quello dell’intrattenitore e/o facilitatore.

Le competenze hanno sostituito i saperi, ormai finalizzati alle crocette, e i discenti sono sempre più privati della capacità di critica e di lettura globale degli eventi. Continued…

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Intervista a Tech Worker Coalition

Dal n. 7 di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” (autunno 2024) riportiamo questa intervista a TWC Italia a cura di MDA

Tech Workers Coalition è un’organizzazione che si rivolge a lavoratori e lavoratrici che operano nel settore delle tecnologie digitali (intesi in senso lato: programmatrici, rider, magazzinieri, ingegneri, sistemiste, grafici, copywriter, personale di servizio e di cucina), nata a San Francisco nel 2014 a seguito di uno sciopero congiunto di programmatori e personale di servizio per far assumere il personale della mensa di Google a tempo indeterminato, ha in seguito aperto sedi in vari Paesi tra cui l’Italia.

“Collegamenti” ha rivolto alcune domande al gruppo degli organizzatori di TWC Italia. Continued…

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