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Uscito “Collegamenti” n. 9

Riportiamo il sommario del n. 9 della rivista (per copie cartacee scrivere a collegamentiwobbly@gmail.com , le copie in pdf sono liberamente scaricabili da qui, i singoli articoli vengono via via pubblicati sul blog)

SCENARI

Una MAGA sostiene la deregulation di Trump, Visconte Grisi

Salari, contratti, lavoro: la prima linea del fronte, Renato Strumia

Verso il regime a colpi di decreti sicurezza, Mauro De Agostini

INCHIESTA

Rider: a che punto è la notte ?, Mauro De Agostini

INTERNAZIONALE

La situazione negli Stati Uniti, Larry

Il caffe’ puo’ essere dolce: la sindacalizzazione nelle caffetterie Starbucks degli Stati Uniti, Ezio Boero

La Serbia in movimento, intervista a Jean-Arnault Dérens

HENRI SIMON: un riferimento importante

Henri Simon, scheda biografica dal “Maitron”

Quarant’anni di divergenze nella vicinanza, Gianni e Nicole

Henri Simon e “Collegamenti”, Cosimo

RECENSIONI

Il “caso” del giovane Victor Serge, Diego Giachetti

Dietro le quinte della rivoluzione spagnola, Diego Giachetti

Anarcosindalismo in Germania (1892-1933), Mauro De Agostini

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Henri Simon e “Collegamenti”

Dal n. 9/Primavera 2025 di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” riportiamo questo contributo di Cosimo. La sezione su Henri Simon è completata dall’articolo di Gianni e Nicole “Quarant’anni di divergenze nella vicinanza” e dalla scheda che gli dedica il “Maitron. Dictionnaire biographique, mouvement ouvrier, mouvement social”

Per comprendere la relazione del milieu del quale facevo parte nei primi anni ’70 e in particolare la mia con Henri e con il gruppo di Échanges et mouvement, è opportuno fare una breve premessa sul mio/nostro approccio a questa relazione.

L’Italia in quegli anni vive una situazione per molti versi particolare. Dopo uno straordinario ciclo di lotte operaie soprattutto ma non solo nell’autunno del 1969 (1) il paese vive un decennio che, non a caso, è stato definito il “maggio rampante”, caratterizzato da una grande vivacità del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, da un massiccio movimento di occupazioni delle case, dalla radicalizzazione di settori sociali in precedenza poco vivaci.

In questo contesto si sviluppa una fitta rete di collettivi di fabbrica, di azienda, di territorio non riconducibile all’egemonia dei gruppi della cosiddetta nuova sinistra e della sinistra sindacale che comunque hanno una forte crescita e raccolgono settori di lavoratrici e lavoratori combattivi.

Sarà questo milieu quello che verrà definito “area dell’autonomia”, un universo non omogeneo politicamente ma che si caratterizza per una critica radicale all’apparato sindacale e agli stessi gruppi più istituzionali della nuova sinistra.

È all’interno dell’area dell’autonomia, un mondo dai confini non proprio precisi, che si trovarono a operare compagni e compagne spesso di formazione libertaria che, per un verso, non si riconoscevano nel tradizionale movimento anarchico percepito come ideologico e incapace di cogliere i caratteri nuovi e radicali delle lotte in corso e, per l’altro, nelle componenti neoleniniste presenti nella stessa area dell’autonomia. Continued…

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Henri Simon: Quarant’anni di divergenze nella vicinanza

Da “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” n. 9/Primavera 2025 riportiamo questo contributo di Gianni e Nicole. La sezione è completata dalla scheda che gli dedica il “Dictionnaire biographique, mouvement ouvrier, mouvement social” e dall’articolo “Henri Simon e Collegamenti” di Cosimo Continued…

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Henri Simon: un riferimento importante

Henri Simon è stata una figura di rilievo del movimento operaio francese, “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” si è ripetutamente confrontata con le sue elaborazioni teoriche e nel n. 9 (Primavera 2025) della rivista dedica ampio spazio alla sua figura e ai rapporti con lui. Di seguito riportiamo la scheda che gli dedica il “Dictionnaire biographique, mouvement ouvrier, mouvement social” (Maitron)

Completano la sezione gli articoli “Quarant’anni di divergenze nella vicinanza” di Gianni e Nicole e “Henri Simon e “Collegamenti” di Cosimo

 La scheda che gli dedica il “Maitron”, dizionario biografico del movimento operaio francese (1)

Nato il 25 novembre 1922 a Rozay-en-Brie (Seine et Marne); impiegato, giurista nelle assicurazioni sulla vita; militante della CGT, espulso intorno al 1954; membro di “Socialisme ou barbarie”; fu uno dei fondatori di “Informations Liaisons Ouvrières” e poi di “Informations et Correspondances Ouvrières”.

Henri Simon era figlio di Pourlier Claire, nata il 24 dicembre 1890 e morta nel 1969 a Parigi (VIIe), insegnante di scuola elementare, e di Simon Maxime, nato l’11 maggio 1884 e morto nel 1969 a Rozay-en-Brie (Seine-et-Marne), falegname e carpentiere. Il suo ambiente familiare fu una delle ragioni del suo successivo impegno sociale. Il nonno paterno era un libero pensatore, certamente un massone. Il padre era socialista; ricoprì incarichi di responsabilità in associazioni locali e fu per breve tempo vicesindaco nel 1946. Quanto alla madre, era molto attiva a livello locale, ma rifiutava qualsiasi fedeltà politica. Come militante “individuale”, era molto coinvolta in tutte le forme di solidarietà locale, sia personali che collettive, raccogliendo vestiti e cibo per il campo repubblicano spagnolo nel 1936-1939, ad esempio, o tenendo corsi di alfabetizzazione gratuiti per gli immigrati agricoli polacchi o olandesi.

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RIDER: A CHE PUNTO E’ LA NOTTE ?

Dal n. 9 di Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe riportiamo questo articolo di Mauro De Agostini

Il 2024 si è chiuso con l’ennesimo tragico incidente che ha provocato la morte di un ciclo-fattorino. La sera del 30 dicembre, a Milano, il rider pachistano di 43 anni, Muhammad Ashfaq è stato investito da un’auto mentre faceva le consegne per Glovo. Inutili i soccorsi, il lavoratore è spirato poco dopo in ospedale.(1)

LOTTA DI MULTINAZIONALI

Mentre i lavoratori muoiono le piattaforme pensano a come meglio remunerare gli investimenti degli azionisti. Gli anni del lockdown avevano ampliato notevolmente il mercato delle consegne a domicilio favorendo la nascita di molte nuove aziende. La fine della pandemia ha generato al contrario una contrazione che si è tradotta nella concorrenza all’ultimo sangue tra gli operatori, con un vorticoso processo di abbandono dei mercati marginali, concentrazioni e fusioni. Le ultime notizie vedono il colosso Prosus (leader nel mercato sudamericano attraverso la piattaforma brasiliana iFood) sul punto di acquistare Just Eat Takeway. Considerando che Prosus detiene anche un sostanzioso pacchetto azionario della tedesca Delivery Hero (che a sua volta ha assorbito la spagnola Glovo, sul punto di fallire dopo essere stata costretta ad assumere i suoi rider dalla legge iberica) quello che si profila per il mercato italiano è una situazione di semi-monopolio con Just Eat e Glovo controllate dalla stessa società. Sempre ovviamente che l’Antitrust europeo non ci metta lo zampino.(2)

LA DIRETTIVA EUROPEA

A proposito di Europa. L’11 novembre 2024, dopo un impervio percorso legislativo (la prima proposta risale a dicembre 2021, ma è dal 2017 che l’UE viene sollecitata a varare norme in merito), è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea la Direttiva n. 2024/2831 “relativa al miglioramento delle condizioni di lavoro nel lavoro mediante piattaforme digitali”.(3) Continued…

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Salari, contratti, lavoro: la prima linea del fronte

Dal n. 9/primavera 2025 di Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe riportiamo questo aggiornamento di Renato Strumia

Ha suscitato un nutrito dibattito la recente pubblicazione del “Rapporto mondiale sui salari 2024-2025”, una pubblicazione a cura dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (OIL). Lo studio evidenzia come in Italia i salari siano scesi, in termini reali, dell’8,7% dal 2008 ad oggi. Si rileva altresì come la perdita si sia aggravata dalla ripresa dell’inflazione, dalla metà del 2021, e come il recupero iniziato tardivamente, dal 2024, non abbia in realtà ricostituito pienamente il potere d’acquisto.

Sono dati che riprendono, su scala temporale diversa, il ben noto studio dell’OCSE di qualche tempo fa (giugno 2022), che segnalava una perdita del 2,9% del salario reale dal 1990 al 2020 (unico caso tra i paesi compresi in questo raggruppamento).

Può valere la pena dunque provare a ragionare sulla storia recente per capire dinamiche e prospettive della contrattazione e del conflitto in condizioni “avverse”.

Il triennio che abbiamo alle spalle (2022-2024) è stato particolarmente impegnativo sul fronte sociale. Abbiamo subito un pesante ritorno di inflazione “da costi”, causata dal rincaro dei prezzi delle materie prime e dell’energia, conseguente al conflitto Russia-Ucraina. Su questa base si è innestata una ulteriore inflazione “da profitti”, generata dalla tendenza delle imprese ad aumentare i propri margini in misura più che proporzionale rispetto agli aumenti dei beni intermedi, oppure semplicemente approfittare della generale confusione per alzare il costo dei servizi prestati. Continued…

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IL CAFFE’ PUO’ ESSERE DOLCE: LA SINDACALIZZAZIONE NELLE CAFFETTERIE STARBUCKS DEGLI STATI UNITI

Dal n. 9 di Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe riportiamo questo articolo di Ezio Boero

festeggiamenti per il 500° negozio Starbucks sindacalizzato

Due immagini di una lotta sindacale sono ormai considerabili una pietra miliare della lunga e tortuosa strada del movimento sindacale statunitense: nella prima, ragazze e ragazzi festeggiano la loro vittoria di fronte ad una caffetteria; nella seconda, la delegazione di trattativa, ripresa dall’alto: una cinquantina di giovani votati dai loro colleghi per seguire la stipulazione del primo contratto collettivo in Starbucks.

Il Sindacato Starbucks Workers United (d’ora in poi SBWU) nasce nel 2021, è affiliato al Sindacato più grande Service Employees International Union (SEIU) ed è costituito per la maggior parte da giovani, molti/e ad alta scolarità, pagati con salari di poco superiori a quello minimo (che varia da Stato a Stato degli USA e per questo è oggetto dal 2012 di una campagna nazionale per aumentarlo almeno a 15 dollari in tutta la Nazione).

La multinazionale Starbucks ha 350.000 dipendenti (quasi quanti sono gli abitanti dell’Islanda) e 36.000 negozi in 83 Stati del mondo. Un posto di favola, secondo l’amministratore delegato, Howard Schultz, finché qualche suo dipendente (che lui chiama inopinatamente partner) s’è messo in testa di organizzare il Sindacato in una caffetteria per contestare le basse retribuzioni e gli alti carichi di lavoro, non accontentandosi delle regalie aziendali. Continued…

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La Serbia in movimento

Da Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe n. 9/Primavera 2025 riportiamo questa intervista a Jean-Arnault Dérens sulla vasta mobilitazione popolare in atto in Serbia (di cui i media mainstream parlano poco e in modo distorto)

Da diversi mesi la Serbia sta vivendo una potente mobilitazione sociale, che si sta gradualmente diffondendo in altri Paesi dei Balcani, ma che i media ignorano. Jean-Arnault Dérens, caporedattore del Courrier des Balkans (1), ne descrive e analizza le caratteristiche in questa versione condensata di un’intervista realizzata il 3 marzo per la trasmissione radio “Vive la sociale” (2).

Per cominciare, può farci una rapida sintesi di queste mobilitazioni?

La Serbia sta vivendo attualmente il più grande movimento sociale della sua storia recente, o almeno dalla caduta di Milosevic nell’ottobre 2000. È iniziato in modo quasi aneddotico, in reazione al crollo, il 1° novembre, della tettoia esterna della stazione ferroviaria di Novi Sad, la principale città del sud del Paese, che ha causato la morte di quindici persone. Questo disastro è stato subito percepito dalla popolazione locale come un simbolo della corruzione generalizzata delle autorità serbe, poiché la stazione, situata sulla linea ad alta velocità che dovrà collegare Belgrado a Budapest, era stata appena rifatta dalla società cinese che sta costruendo la linea, e quindi c’erano state delle malversazioni nell’appalto. Gli abitanti si sono subito mobilitati per denunciare la corruzione. Dopo le prime manifestazioni a Novi Sad nel mese di novembre, il movimento si è esteso ad alcune università e scuole superiori di Belgrado nelle settimane successive. Le violenze commesse da individui anonimi, senza dubbio sbirri del governo, hanno radicalizzato il movimento, spingendo altri studenti a muoversi, e dall’inizio di dicembre decine di facoltà e istituti superiori erano occupati – oggi sono circa una sessantina.

Questo movimento si è costruito a partire da queste facoltà occupate, la cui azione è diretta da plenum studenteschi, con una richiesta molto forte di democrazia diretta e di uguaglianza nella circolazione della parola. Non c’è un portavoce, non c’è un leader, è davvero un movimento che parte e si struttura dal basso, a partire da questi plenum studenteschi presenti in tutte le facoltà occupate. Allo stesso tempo, l’azione simbolica consiste nel riunirsi ogni giorno alle 11,52 per osservare quindici minuti di silenzio, talvolta bloccando strade e incroci in tutta la Serbia. Tutte le categorie sociali si riuniscono nelle principali città. È molto impressionante perché all’improvviso si fà il silenzio, le strade principali sono interrotte e centinaia o migliaia di persone, a seconda del luogo, rimangono immobili in silenzio per quindici minuti. Continued…

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La situazione negli Stati Uniti

Da Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe n. 9 (primavera 2025) riportiamo queste considerazioni di Larry

Abbiamo ricevuto questi appunti sugli Stati Uniti da Larry, un compagno ben informato. Coprono i primi due mesi del mandato di Trump. Per l’importanza che attribuiscono alle reali contraddizioni del sistema americano, ma anche per il tono che adottano, lontano da ogni magniloquenza militante, ci sono sembrati meritevoli di essere pubblicati. Un testo più completo ed articolato, sarà pubblicato nel prossimo numero della rivista Temps Critiques.

[Ho deliberatamente omesso in questi appunti l’impatto di questa nuova presidenza sulla scena internazionale, un argomento vasto che meriterebbe un trattamento separato. – Ndr]

1) Gli Stati Uniti stanno vivendo una grande rivoluzione politica (non sociale o economica) , sicuramente la più importante almeno dai tempi del New Deal. Il sistema americano era già fortemente presidenziale, ma l’attuale concentrazione del potere nelle mani dell’esecutivo tende a ridurre gli altri organi – il Congresso, le corti, perfino la Corte Suprema – a un ruolo essenzialmente decorativo.

2) Il famoso sistema di controlli ed equilibri di cui gli americani vanno tanto fieri non è scomparso, ma procede a rilento. Sono in corso alcuni procedimenti legali che hanno portato a sospensioni di breve durata di determinati licenziamenti, ma non si tratta di casi particolarmente significativi. Quanto al Congresso, benché dominato dai repubblicani, i suoi membri dovrebbero in teoria difendere le proprie prerogative (ad esempio, il diritto di determinare l’esistenza, il ruolo e la composizione dei dipartimenti e di altre agenzie federali), salvo poi restare passivi, o meglio complici. Ricordiamo inoltre che, contrariamente a quanto comunemente si dice, se i “padri fondatori” si dotarono di un simile sistema di dispersione/moltiplicazione delle istanze del potere, non fu in alcun modo per tutelare i diritti del popolo, ma al contrario per proteggere le istituzioni della giovane Repubblica dalle rivolte popolari.

3) Il matrimonio tra una frangia del settore tecnologico e la destra MAGA ( Make America Great Again ) può sembrare assurdo, ma non lo è.

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VERSO IL REGIME A COLPI DI DECRETI SICUREZZA

Dal n. 9 (primavera 2025) di “Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe” un intervento di Mauro De Agostini

Stavamo già impaginando questo numero di “Collegamenti”[vedi versione precedente dell’articolo] quando è arrivata la notizia del colpo di mano del governo. Per superare l’impasse nell’iter legislativo del DDL cosiddetto “Sicurezza” (dovuto peraltro principalmente a svarioni nell’indicazione delle coperture finanziarie) buona parte del disegno di legge è stato tradotto in un Decreto legge, adottato in mezz’ora dal consiglio dei ministri la sera del 4 aprile, ed entra quindi immediatamente in vigore il giorno dopo la sua pubblicazione sulla “Gazzetta ufficiale”.

È vero che – in teoria – il decreto sarebbe incostituzionale, dato che non è possibile ravvisare il “caso straordinario di necessità e urgenza” (art. 77 Cost.) che possa giustificare l’adozione per decreto di un provvedimento da mesi all’esame del Parlamento, ma sappiamo bene che le Costituzioni sono il luogo delle belle declamazioni retoriche utili solo a nascondere gli interessi della classe dominante. D’altra parte questo non è che l’ultimo di una serie di Decreti legge (emanati da questo e da altri governi) firmati senza fiatare da un Presidente della Repubblica.

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